09/06/2023

Il curioso caso di Brian Johnson

The District Journal Team

Il curioso caso di Brian Johnson

Brian Johnson non è uno qualunque. A 45 anni, questo pioniere nel campo della biotecnologia, affronta il tempo con l’audacia di chi sfida le leggi della natura. Supportato da una squadra di 30 medici ed esperti che monitorano ogni sua funzione corporea, Johnson è l’ambizioso protagonista del progetto Blueprint, un piano volto a invertire il processo di invecchiamento.

Guidato dal dottor Oliver Zolman, specialista in medicina rigenerativa, il team di Blueprint è incaricato di mantenere ogni organo di Johnson – cervello, cuore, polmoni, fegato, reni, tendini, denti, pelle, capelli, vescica, pene e retto – nel pieno della giovinezza. Un processo che costa circa 2 milioni di dollari all’anno e che ruota intorno a una combinazione di diete rigorose, esercizio fisico, tecnologie per il sonno e continue misurazioni dei segnali vitali.

Un obiettivo ambizioso, certamente, ma non impossibile. Secondo i medici, il corpo di Johnson sta diventando più giovane dal punto di vista biologico. I test mostrano che Johnson ha ridotto l’età biologica dei suoi organi di almeno cinque anni. Ha il cuore di un 37enne, la pelle di un 28enne e la capacità polmonare di un 18enne.

Ma come si inserisce la blockchain in questo panorama? Johnson utilizza la blockchain come una sorta di registro inviolabile, registrando costantemente ogni dato rilevante sulla sua salute e il suo benessere. Ogni pezzo di informazione viene codificato in un algoritmo criptografico multidimensionale, creando un’immagine unica e dettagliata della sua salute. Ogni dato, ogni marker, viene costantemente monitorato e registrato, creando una traccia irrefutabile del suo progresso nel tempo.

Johnson non è solo la cavia, ma anche il finanziatore di Blueprint. Dopo aver venduto la sua società di elaborazione dei pagamenti, Braintree Payment Solutions LLC, a eBay Inc. nel 2013 per 800 milioni di dollari, Johnson ha fondato l’OS Fund, una società di venture capital focalizzata sulla biotecnologia, e nel 2016, Kernel, una società che produce caschi per analizzare l’attività cerebrale.

Ma il vero giocatore chiave di Blueprint è il dottor Zolman. Nel 2021, ha aperto uno studio, 20one Consulting Ltd., a Cambridge, in Inghilterra, con l’obiettivo di dimostrare una riduzione del 25% dell’invecchiamento in tutti gli organi entro il 2030. L’approccio di Zolman, che propone vari trattamenti, da una dieta ed esercizio fisico a test specifici e dispositivi di monitoraggio costanti, è rivolto alla realizzazione del suo grande progetto: Brian Johnson.

“Non c’è persona al mondo che abbia 45 anni cronologicamente ma 35 in ogni organo,” ha spiegato Zolman. “Se alla fine riusciremo a dimostrare clinicamente e statisticamente che Bryan ha apportato quel cambiamento, andremo oltre ciò che è geneticamente possibile.”

L’impatto di Johnson e del progetto Blueprint potrebbe essere rivoluzionario. Rappresenta la convergenza tra l’innovazione tecnologica, rappresentata dalla blockchain, e la ricerca biomedica avanzata. Se Johnson dovesse avere successo, Blueprint potrebbe diventare la pietra angolare di un nuovo paradigma di longevità e benessere. 

L’ambizione di Blueprint potrebbe aprire la strada a una nuova era in cui l’essere umano, armato di tecnologia e conoscenza, può riscrivere le regole della biologia e dell’età.

Se il successo di Blueprint dovesse essere confermato e replicato, ci troveremmo davanti a una rivoluzione della medicina e del concetto stesso di invecchiamento. Come si comporterebbe la società se avesse a disposizione strumenti efficaci per rallentare, arrestare o persino invertire l’invecchiamento? Cosa significherebbe per la nostra comprensione della vita e della morte? Queste sono domande che ancora non possiamo rispondere, ma la sperimentazione di Johnson ci costringe a cominciare a porle.

Per di più, il coinvolgimento della blockchain offre un ulteriore elemento di riflessione: la democratizzazione dei dati. La blockchain, con la sua sicurezza e trasparenza, potrebbe rendere queste informazioni vitali accessibili a chiunque, non solo agli ultra-ricchi o a coloro che possono permettersi cure mediche all’avanguardia. Potrebbe fornire a ciascuno di noi una visione chiara e inconfutabile del nostro stato di salute e dell’effetto delle nostre scelte di vita sul nostro invecchiamento. 

La storia di Johnson rappresenta l’audacia umana di sfidare i limiti, di utilizzare la tecnologia e la scienza per migliorare e, forse, definire il nostro destino biologico.

Spunti di riflessione

Blockchain e Pharma

L’uso pionieristico della blockchain nel progetto di Bryan Johnson di rallentare l’invecchiamento offre una prospettiva affascinante su come la tecnologia può rivoluzionare l’accesso e la gestione dei dati medici. Mentre la visione di Johnson potrebbe sembrare estrema, solleva domande fondamentali sull’uso dei dati per personalizzare e ottimizzare la nostra salute e il nostro benessere. Potrebbe la blockchain essere la chiave per democratizzare l’accesso a tali informazioni, permettendo a tutti di esplorare i propri limiti biologici? Se così fosse, potremmo assistere alla nascita di una nuova era in cui la medicina personalizzata e i trattamenti preventivi diventano la norma, non l’eccezione.

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