Lab
Blockchain District è, innanzitutto, un punto d’incontro per gli innovatori. Il confronto parte dallo studio delle tecnologie disponibili e del loro potenziale, di come migliorarle e come integrarle. Da questo punto di vista, la nostra realtà somiglia a un campus universitario: ci occupiamo di ricerca pura, sviluppando soluzioni tecnologiche di base il cui potenziale applicativo è, spesso, ancora da esplorare. In altre parole, prima troviamo le risposte, poi cerchiamo le domande a cui possono dare una soluzione.
Il nostro Lab produce proprietà intellettuale che, proprio come un campus, è condivisa tra l’innovatore o il gruppo di lavoro che l’ha prodotta e BD che ha messo a disposizione le risorse e il network per svilupparla. Qui entra in gioco un altro fattore di innovazione: perché non ci limitiamo a tutelare l’IP attraverso il classico sistema del brevetto, per il quale assistiamo il titolare in tutto il percorso di presentazione ed elaborazione della domanda. Per noi il brevetto è un punto di partenza, che fornisce una tutela efficace ma un po’ troppo rigida: la nostra idea passa per l’uso della blockchain come sistema di controllo, distribuzione e valorizzazione condivisa.
Ogni nostra soluzione è registrata sulla blockchain di BD, per certificarne l’origine e curarne la distribuzione agli interessati, in modo tanto aperto quanto protetto. Di più: con questa soluzione, è possibile variare e integrare il prodotto originale, registrando gli apporti di ciascuno in modo da distribuire il valore generato dall’applicazione dell’idea tra tutti quelli che l’hanno saputa arricchire e ampliare.